Franco Albini, Ferrarin Appartment, Milan, 1936 [sample]

Franco Albini, Ferrarin Appartment, Milan, 1936 [sample]

Franco Albini, Ferrarin Appartment, Unknown address, Milan, 1936

In quel variegato e incerto contesto, come racconta una certa aneddotica11, incontra il “verbo” della modernità e si trasforma in perfetto discepolo del razionalismo: “illuminato” dal pensiero etico di Edoardo Persico, e successivamente coinvolto da quello politico di Giuseppe Pagano (reference link).

Al concatenarsi di queste intense esperienze corrisponde per Albini anche una sempre maggiore ricerca in profondità dell’etica propria alla “qualità del fare” del buon mestiere, la professione, e del buon lavoro dell’artigiano, nel quale spesso si riconoscerà. Una dimensione etica del lavoro che, come ha scritto Persico, traduceva in quel “razionalismo artistico”, in cui «la cosa più importante è l’oggetto ben disegnato e ben fatto»12 (reference link).

Una presa di coscienza che lo porterà ben presto a lavorare sul disegno di ogni singolo oggetto non tanto come parte di un tutto, ma già come tutto in ogni singola parte. «Che l’oggetto ricavato dall’industria nasca spontaneamente bello per virtù propria»13, andava annunciando Edoardo Persico come «una delle tesi fondamentali del “razionalismo”» nel suo articolo inedito La casa nuova del 1935. In tal modo l’armonia propria e originale di ciascuna parte, il disegno autonomo di ogni singolo oggetto, entrano in risonanza con gli altri e così definiscono, all’interno di una “rarefatta stesura”, lo spazio che li contiene: uno spazio che si costruisce a partire dal “vuoto”.


References:

Web: Fondazione Albini
Book : Il design di Franco Albini